giovedì, 8 ottobre 2009, 20:56
Il primo ottobre sono partito per un tour di due giorni nella foresta pluviale. Non mi sono accorto che a Cairns c'e' un fuso orario diverso da Darwin, cosi' sono arrivato in ritardo di mezz'ora. In breve abbiamo raggiunto un villaggio nell'interno: un posto tranquillo e bucolico, veramente ideale per rilassarsi; temperatura mai sopra i 30, leggera brezza, freschino corroborante la notte. Anzi, di notte era proprio freddino da maniche lunghe di cotone e piumino leggero per il letto.
Abbiamo visto dei cosiddetti “Fig Tree”, che non sono alberi dove crescono le fighe (“nemmeno i fighi, purtroppo” - mia cugina Danila). I fig tree si dividono in cathedral fig tree e curtain fig tree. La particolarita' e' che sono piante senza fusto: ci sono radici aeree e in alto si dipartono i rami. Per vederne un'immagine basta guglare.
Il secondo giorno, il 2 ottobre, ho fatto un giro in mountain bike... ho perso subito la penna, cosi' ho dovuto ricomprarla... e p-pensare che a me non piace neanche andare in bici.... Pero' adesso ho una bic australiana... figata...
Il fatto e' che il giro con la bici era compreso nel pacchetto con la canoa pomeridiana. Con la bici siamo andati in giro per i colli e siamo capitati in una piccola fattoria dove coltivavano le fragole.... compresa la fragola di una sbarba biondina di una bellezza incantevole: padre francese e madre cinese, un connubio da leccarsi i baffi... e...
Il tipo che remava con me era un impedito belga: sembrava che invece di remare girasse la pasta.
In Australia ci sono un sacco di cinesi fuggiti dal comunismo. Dicono che non hanno nostalgia della Cina. E ci credo...
Nella foresta pluviale c'erano tanti posticini con cascatelle, felci, canne, sottobosco e grandi alberi.... una scenografia da film dove mi sono fatto il bagno. Contrariamente ai laghetti del parco Kakadu, questi erano tutti piuttosto freddini, tranne un lago piu' grande, dove l'acqua era amabile.
Nella gita era prevista la somministrazione, fra l'altro, di biscotti e “frutta fresca tropicale”. La ”frutta fresca tropicale” sono banane, arance, mandarini, pere, meloni, ananas.... insomma, molta roba che cresce anche in Italia. La frutta era gia' tagliata, pero' col coltello della cipolla.... =(
La guida ci ha spiegato come funziona il sistema degli incendi, che hanno imparato dagli aborigeni: piccoli e frequenti. In pratica incendiano piccoli appezzamenti per fare piazza pulita di tutto cio' che c'e' di vecchio. Il fatto che le aree siano piccole permette agli animali di scappare e trovare vie di fuga. Quando tutto e' bruciato, rimane la terra fertile per nuove piante e nuovi animali. Il principio e' che dopo il fuoco “new vegetation, new life”. E si rendono conto che da altre parti del mondo il fuoco e' visto negativamente, ma se usato con criterio, porta nuova vita. La stessa cosa succede in Canada. Il fatto e' che pero' devono essere piccoli e frequenti, perche' se viene bruciata una vasta aera una volta ogni tanto, si fanno dei danni devastanti.
Qui hanno il record del serpente piu' velenoso, e' il taipan: con solo 0.1 mg di veleno uccide un uomo in 15 minuti.
Cairns e' piena di car rentals.
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mercoledì, 30 settembre 2009, 02:03
3 giorni nel parco di Kakadu. Si inizia con una visita a una laguna, un billabong infestato da coccodrilli. Gita in barca con la raccomandazione di non alzarsi in piedi e di non spostarsi da una parte all'altra della barca: se si cade in acqua "you die before you're wet".
Arte rupestre a Ubirr Rock.... francamente ne ho vista tanta in Italia che ormai ho il callo.
Secondo e terzo giorno dedicati all'esplorazione dei posti ameni con picnic per strada o su rive di laghetti lagunari. Con tanto di bagno. L'acqua era proprio una broda termale. L'ultima tappa del terzo giorno e' stata fatta presso un posto con tanto di cascatella... sembrava un'oasi da Laguna Blu.
Le due notti, le abbiamo passate accampati presso la riva di un billabong. Niente acqua, niente luce, niente campo per cellulari. Cesso a compostaggio un po' piu' in la'. Ci divideva dalla riva (cioe' dai coccodrilli) una recinzione lunga qualche metro. Si, non era molto estesa, pero' siamo tornati tutti. La prima sera c'e' stato il "Toad contest", una specide di gara a chi trovava piu' rane da uccidere. Sono rane velenose, di colore nocciola col dorso corrugato, che stanno facendo una strage di uccelli, predatori e perfino piccoli coccodrilli. Furono importate dal Brasile perche' mangiassero gli scarafaggi che devastavano le colture di canna da zucchero. Solo che in Brasile hanno dei nemici naturali, cosa che non hanno in Australia, per cui sono diventate un grosso problema.
A parte la guida, un Aussie che sostituisce le vocali col suono "aei", eravamo in 9: una coppia di Cambridge, una Slovena in cui lei era molto attiva e istruita, un tipo di Londra timido e un po' imbranato, un marocchino che aveva girato mezzo mondo, uno yankee, io e una tedesca che, dietro il coriaceo temperamento tedesco, celava un'indubbia dolcezza. Lo yankee, insegnante di scuole superiori, aveva sempre da raccontare degli aneddoti, dei film, degli alligatori della Florida, delle barzellette.... insomma, quando non dormiva era un casinaro da compagnia.
La Natura di Kakadu e' incredibile: la varieta' di uccelli che si possono osservare e' tale e tanta che gli ornitofili trovano il loro Eldorado. 3 giorni di tutto rispetto, di grande compagnia, di immersione nelle nostre radici di sopravvivenza. Meraviglia.
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venerdì, 25 settembre 2009, 15:06
Viaggio massacrante, ma sono soddisfatto di averlo fatto. Un'esperienza di un lungo greyhound e' da fare. Magari in piu' tappe.
Darwin si presenta ridente ma soprattutto calda. Ma il caldo si sente perche' e' piu' umida dell'outback, che invece era secco come il deserto. Si, e' piu' umida, ma comunque non si sono raggiunti livelli di umidita' di certe giornate estive della bassa padana.
L'ostello di primo acchito mi fa un'ottima impressione: pulito, aria condizionata in camera, nel centro di passeggio di Darwin, al primo piano ci sono 3 piscinette con annesso bar, tavoloni e musica. I bagni sono puliti e sufficienti, ci sono dei discreti sistemi di sicurezza: le chiavi sono a carta magnetica, e con la mia posso solo andare al mio piano, sia con l'ascensore che con le porte che dividono un piano dall'altro: sono tutti attivabili mediante la banda magnetica. Si chiama “Melaleuca on Mitchell”, nome strambo.
Nei bagni c'e' anche un doppio distributore: da un lato i preservativi, dall'altro degli anelli in lattice con protuberanze per la stimolazione vaginale.
Ieri sera ho mangiato in un posto vicino all'ostello dove c'era un albero con un opossum che e' venuto ad affacciarsi a vedere cosa stessimo facendo. Al mio tavolo ad un certo punto sono venuti a sedersi dei tipi di Melbourne. Uno mi ha dato il suo numero, dicendo che se passo da Melbourne lo chiamo cosi' ci facciamo una birra.
Ieri volevo prenotare una gita al parco nazionale di Litchfield ma sono arrivato tardi. Pero' mi faro' una gita di 3 giorni a Kakadu, molto piu' grande e molto piu' bello. Io dico che se non sto attento, con la guida a sinistra prima o poi mi arrotano. Non mi sono ancora abituato a guardare prima a destra quando attraverso.... :(
In Australia non sempre ci sono i prezzi attaccati alla merce, cosi' ogni tanto bisogna chiederli. La differenza rispetto all'Italia e' che se chiedi il prezzo e non compri ti sorridono lo stesso.
Oggi ho passato la giornata in relax: alzato di forza alle 9.15 per prenotare, ho fatto colazione, sono andato in giro per i regali ai nipotini, ho rimangiato e sono andato a finire di dormire (dovevo ancora smaltire la stanchezza del greyhound). Dopo di che, verso le due, sono andato nella piscina dell'ostello. Minchia che 'nacippa che ho fatto...
Un ospite dell'ostello mi ha fermato chiedenomi se avevo recitato nel film di "Iames" (si ha pronunciato proprio Iames) Bond "Living in the light" o "in the spotlight", non ricordo.... non sono molto appassionato di "Iames" Bond, anzi, non mi frega another cheappa..
Vicino all'ostello c'e' un locale, il Wisdom, di buon gusto, in cui si puo' fare la mangiatazza di carnazza e pinta di birra per 20, massimo 25 Neuri. Prooooprio come in Italia, si.
Poi dicono male del liberalismo... e per forza, mette in evidenza tutte le magagne del socialismo!
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venerdì, 25 settembre 2009, 15:02
Man mano che si va verso nord la vegetazione diventa meno rada e gli alberi iniziano ad essere piu' alti. Ci siamo fermati presso una stazione di servizio dove c'erano voliere con pappagalli tipici delle zone tropicali australiane.
Le stazioni di servizio a volte sono moderne e ben tenute, a volte sono come quelle che si vedono in certi film del deserto americano: baracche male in arnese, uno o due anziani a gestirlo, poca roba da mangiare e poca da bere, cianfrusaglie disseminate un po' dovunque, ferraglia e poveri cimeli sparsi qua e la'.
Le highway sono lunghe strade senza segni particolari, da noi sarebbero normalizzzime strade statali. Ogni tanto si incrociano i “road trains”, autoarticolati con motrice e 2 o più rimorchi. Ovviamente la motrice e' uno di quei mostri meccanici con un lungo muso in avanti. Proprio quelli dei film.
Nel pullman ci sono dei bambini che impiegano il tempo facendo chiasso e gridando. Speriamo che muoiano presto. Altrimenti li abbatto io.
Tutto questo a circa 500 km a sud di Darwin.
Proseguendo per un centinaio di kilometri verso nord ci si addenrtra in delle lande in cui convivono alberi e una sorta di piccole stalagmiti di roccia, la cui altezza massima sara' di un metro e mezzo, non di piu'.
A 200 km da Darwin la vegetazione si fa ancora meno rada, la terra e' un po' meno rossa e ci sono molte sterpaglie: il panorama e' quello tipico delle campagne dell'Italia meridionale.
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martedì, 22 settembre 2009, 04:32
Ieri ho perso la macchina fotografica. Pazienza. C'erano le foto fatte fino ad ora, Meglio lei che me. Patrizia e' piu' dispiaciuta di me, ho dovuto sdrammatizzare io. Il fatto e' che non vivo molto di foto e ricordi, ma di sensazioni, emozioni e sentimenti, e quello che e' prezioso, quello che ha realmente valore, quello che resta, rimane nel cuore.
Ho pensato bene di fare un tour di un giorno per vedere Uluru: dato che non c'e' altro da vedere da quelle parti, vale la pena fare il sacrificio di un giorno con andata visita e ritorno, e in questo modo recuperarne due. Il problema e' che il viaggio per Ayers Rock si sta rivelando un vero incubo. Nel pullman non c'e' un attimo di silenzio per riposare: ora parla l'autista, ora mette un DVD, ora mette della musica country... Considerando che mi sono svegliato alle 4.45 perche' l'appunta era alle 5.35, se mi facessero un po' dormire mi farebbero un gran piacere. Vi SCONSIGLIO assolutamente di fare gite con la AATKings, NON fate gite con loro: le trasformano in torture.
E' stata una giornata senza una nuvola; per fortuna avevo con me la crema solare comperata ad adelaide. Ah, il cappello australiano si sta rivelando sempre piu' importante.
Dunque, in complesso le cose da vedere non sono molte, per cui la scelta della gita in giornata si e' rivelata oltremodo vincente. Pero' la gita guidata e' stata una pieta'. Non solo perche' non c'e' stata requia per le mie orecchie, ma anche perche' il tipo parla australiano, cioe' una lingua che, a detta di uno stesso autoctono, se parlata stretta non viene capita neanche dagli anglofoni di altre parti del mondo.
La cosa migliore da farsi e' prendere a noleggio una macchina e farsela in giornata con una guida cartacea. Si spende mooolto meno e si ha piu' soddisfazione.
L'assenza della macchina foto si sta rivelando piu' un pregio che un difetto del viaggio: affrontare le gite senza il pensiero di fotografare (e quindi abbandonarsi alle sensazioni invece che indugiare nell'immagine) e' un'esperienza piu' appagante e completa. Sento molto di piu' la liberta' addosso. Se domani la ritrovo, penso che la mettero' definitivamente nello zaino, invece che portarla con me.
Oggi la mia fronte ha espulso una scheggia dei vetri del punching ball di 20 giorni fa. Ne sono contento perche' io lo dicevo, che doveva esserci rimasto qualcosa: mi dava fastidio! Ora invece non lo sento neanche piu'. Chissa' se il fabbricante del vetro pensava che il suo prodotto sarebbe finito nel bel mezzo dell'australia, magari gli veniva in mente di organizzare un po' di export diverso dal solito.
Siamo qui alle 18.30 tutti a guardare Ayers Rock. Al tramonto cambia colore. E' caratteristico, perche' in pochi minuti passa dal rossiccio al marrone.
I canguri vengono fuori prevalentemente durante la notte: ne abbiamo incontrati diversi lungo la strada del ritorno, mentre stamane non ne abbiamo visto neanche uno.
I dolci sono ENORMI!!!! Oggi ho mangiato una specie di sfogliatella con dentro mela e panna montata. Le dimensioni erano di 4 delle nostre, una botta di calorie che mi basta per una settimana.
Oggi avrei dovuto fare un giro in mongolfiera, ma e' saltato tutto per il vento. Il fatto e' che stasera parto per Darwin e non posso rimandare. Fa nulla, sono gli imprevisti del viaggio che lo rendono e MI rendono vivo :)
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domenica, 20 settembre 2009, 07:57
L'ostello si chiama Haven. Piu' che un ostello e' un centro di malaffare e imbrogli. Tentano di vendere una gita a Ayers Rock “3 notti al prezzo di due”. Facendo una botta di conti: uno arriva a Ayers Rock la sera, dorme (1^ notte), il giorno dopo visita la roccia, dorme (2^ notte) e poi? perche' dovrebbe stare li' un giorno in piu'? Non e' che ci siano cose particolari da fare: una volta fatta la gita alla roccia, il discorso e' chiuso, rimanere li' e' solo una perdita di tempo. E per chi viaggia con l'obiettivo di conoscere il mondo, il tempo e' vita.
Nell'ostello mi hanno venduto una carta della “Global Gossip” per chiamate telefoniche internazionali, pubblicizzandola con “1 cent/min”. Ora, io non so se sia vero il cent/min, comunque hanno omesso il fatto che lo scatto alla risposta costa l'ira di Dio, non so quanto perche' non ho voluto fare il conto: era sufficiente lo sconforto gia' guadagnato, evito di rigirare il coltello nella piaga.
Mi vedono di nuovo, qui, si, eccome se mi vedono, eh!
E' entrato un coackroach, uno scarafaggio enorme che per giunta volava.
Per fortuna un tipo l'ha ucciso.
Una tipa diceva di non ucciderlo perche' altrimenti si sarebbe moltiplicato. Non so chi metta in giro queste voci, ma mi meraviglio pure che ci sia della gente che ci crede.
D'altra parte c'e' chi crede nel socialismo, per cui mi aspetto di tutto dal genere umano.
Nella camera c'e' l'aria condizionata. Per fortuna, perche' fuori fa abbastanza caldo. Secondo me noi italiani dormiremmo senza problemi. Ma l'ostello e' popolato principalmente da gente con una fisionomia che tradisce le origini di paesi piuttosto freddi.
Ho fatto colazione al Bar Doppio, un bar “La nostra scelta” della guida Lonely Planet. Sulla guida viene pubblicizzato come un bar di ritrovo con colazioni abbondanti. Vi diro': il bar e' piuttosto anonimo, anzi sembra piu' il retrobottega di un fornaio che un bar, e le colazioni sono normalissime. Di converso, una delle ragazze che serve ai tavoli e' BELLISSIMA, nel farla Dio ci ha messo davvero tutta la sua arte: bionda liscia, occhi come il cielo, da gatta, un corpo fatto per godere ed essere ammirato, la pelle chiara e vellutata come un artista mai ha saputo immaginare, e il sorriso evidenzia le fossettine che illuminano il fatale viso in cui fa capolino un vezzoso nasetto. Complimenti ai genitori, gran bel lavoro!
Mi raccomando, non venite al Bar Doppio per questa patata: sono lavori stagionali, oggi c'e', domani non si sa.
Ho capito cosa mi ha inqlato il credito: quella carta ha 65 centesimi di scatto alla risposta, per cui in breve tempo ti fanno fuori 2.75$ senza che tu te ne accorga. Poco importa se dall'altra parte non ti sentono e tu non li senti, loro la telefonata te la addebitano.
E' come dire che non si paga il servizio, ma il pensiero di dartelo.
Volevo andare a Darwin in aereo, ma e' troppo tardi e il volo costerebbe un patrimonio, cosi' ci vado in pullman. di treni ce ne sono solo due alla settimana, e aspettare il primo buono per me perderei troppo tempo. E' bene programmare nei minimi particolari il viaggio, in modo da prenotare per tempo i voli. Solo che io non sapevo quale tour a Uluru fare e non potevo prevedere i tempi.
Va bene cosi', vuol dire che faro' l'esperienza di vedere l'outback dell'Australia per tutta la sua lunghezza, potendo cosi' apprezzare le differenze di paesaggio. Comunque qui la terra e' davvero rossa, non e' una colorazione o un effetto delle foto, e' proprio rossiccia sempre, come se non cambiasse la sua composizione.
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sabato, 19 settembre 2009, 14:39
Primo approccio con Alice Springs: caldo. Secco ma piu' caldo di coober pedy. Non eccessivamente caldo, perche' io sono riuscito a stare anche con i pantaloni lunghi e farmi una piacevole passeggiata in centro.
Vi sono molti aborigeni, tutti puzzolenti. A volte arrivano le zaffate di aborigeno da lontano, per cui ti accorgi che ce n'e' uno nei paraggi.
Ho mangiato al Bojangle, un locale Western con tanto di selle a mo' di sgabelli, e poi tavolacci, pancacce, entrata con le due ante a molla come nei saloon, teschi, ecc.
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sabato, 19 settembre 2009, 14:29
Avete presente le baracchine un po' diroccate che vendono gelati e bevande sulle spiagge poco frequentate? Ecco, cosi' si presenta l'edificio principale dell'aeroporto di Coober Pedy. Anche la distribuzione dei bagagli avviene in modalita' “no alpitur”: il carrello portabagagli proveniente dall'aereo (parcheggiato a pochi metri dall'uscita), arriva nell'area riservata ai passeggeri e ognuno prende il suo fardello direttamente dal carro.
Sono entrato nel Desert Cave Hotel, un complesso dove, oltre al bar e al ristorante, ci sono anche negozi di souvenir e testimonianze dell'estrazione e della lavorazione dell'opale. Si entra da un lato qualsiasi e, attraverso i cunicoli sotterranei, si sbuca all'esterno in un altro punto. Mi sono sentito molto una talpa. Pero' devo entrare ancora nel buco piu' importante...
Mi sono accorto che nelle banconote da 50 dollari c'e' una finestrella trasparente con delle stelle bianche stilizzate. Mi piace perche' e' desueta.
Ho visto degli aborigeni: a C. P. ci sono delle persone di corporatura piuttosto ridotta rispetto a noi, col naso molto camuso, occhi grandi e la carnagione scura come la pece. A scanso di equivoci non li ho fotografati, non vorrei che la prendessero a male, dato che so che quando si parla agli aborigeni non si deve guardarli negli occhi, perche' sarebbe una violazione della loro intimita'.
Gli aborigeni puzzano. Pero' non puzzano come noi, puzzano di selvatico, tipo capra.
Ci sono delle moschettine insistenti, incuranti dei gesti che vogliono scacciarle via. Fastidiose come poche e cocciute.
Al Radeka Backpacker Hostel, un ostello sottoterra, c'e' una lavanderia che costa piuttosto cara, 3 dollari per la lavatrice e altri 3 per la asciugatrice. Piu' un dollaro del detersivo, se uno non ce l'ha. Per fortuna pero' ci sono i fili su cui stendere, sia all'aperto che al chiuso, dentro la lavanderia. Il clima e' secco, per cui la roba si asciuga piuttosto in fretta. Oggi non e' nuvoloso, pero' ci sono molte nuvole di passaggio, ma quando viene fuori il sole, si fa sentire, sebbene l'aria sia abbastanza fresca per cui un k-way ci sta anche bene. In effetti pensavo di trovare un clima piu' caldo e invece e' piuttosto freschino. Il sole, quando non e' coperto, e' piuttosto splendente. Io purtroppo mi sono dimenticato gli occhiali da sole a casa; per fortuna ad Adelaide ho comperato un cappello australiano estivo, con le tese larghe, che mi ripara gli occhi dal sole.
Nella lavanderia per fortuna c'e' anche un ferro da stiro. Non so perche' “per fortuna”: non l'ho neanche utilizzato.
L'altro ieri sono andato a mangiare presso un club della comunita' greca: a 12 dollari ho mangiato barbecue di maiale e agnello finche' potevo e un rimasuglio di insalata greca (sono arrivato un po' tardi rispetto all'orario di inizio che era alle 19).
Piu' due birre da 4 dollari l'una.
Nonostante oggi sia stata una giornata di nuvole, e' una serata piuttosto limpida e si vedono le stelle. C.P. e' una realta' molto piccola, per cui non c'e' molto inquinamento luminoso e si puo' scorgere la Via Lattea. E' la prima volta che vedo l'altro firmamento, l'altra parte del cielo, quello australe.... un po' di emozione ce l'ho, davanti al fascino della natura.
Nonostante fosse un circolo greco, ci possono andare tutti: infatti c'ero io, altri italiani, poi 3 persone di ceppo asiatico.... nessuno mi ha guardato come “il tipo nuovo”, anzi sembrava che fosse normale accogliere lo straniero, come se fossi uno di loro. Ah, il liberalismo.... altro che il continuo fomentare odio e aizzare gli uni contro gli altri del socialismo.
A coober pedy le comnicazioni sono da paese socialista... quasi come in Italia, solo un po' meglio.
Gli access point wifi ci sono, pero' sono tutti a pagamento e anche cari. Non sono riuscito a connettermi con la mia banca. Inoltre ho avuto ptoblemi a telefonare, diceva che non era possibile connettersi alla rete del numero cercato.
Trovare un posto in cui si vendono le carte internazionali e' un problema. Insomma, a Coober Pedy ci deve venire chi non deve necessariamente comunicare col resto del mondo, ci si deve stare un giorno, non di piu'. Carina, curiosita' da vedere, ma oltre un giorno sono soldi e tempo perso.
Il tempo e' sempre ventoso, a volte e' molto polveroso a causa del vento, il che rende difficile la vista.
Ieri sera ho mangiato al club dei minatori italiani. A dispetto del nome non parlano italiano, mentre ieri al club greco parlavano greco.
Non e' stato granche', da evitare.
Se avete bisogno di qualcosa, qui non c'e'. Se volete fermarvi un po' di tempo, portatevi il kit di sopravvivenza e informate parenti e amici che non vi cerchino.
No, il giudizio non e' negativo, anzi: certe cose SONO da vedere, assolutamente, pero' cp e' SOLO da vedere, non da starci. Io sono molto soddisfatto di esserci andato.
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giovedì, 17 settembre 2009, 01:17
All'aeroporto di Adelaide, dopo i controlli di sicurezza, ho fatto colazione presso CIBO, una societa' che fornisce bar un po' in giro per Adelaide (e forse per tutta l'Australia). I prezzi sono da aguzzini a dir poco, e NON hanno lo zucchero normale. Io l'ho chiesto, ma hanno solo quello di canna e il dolcificante. Il tipo mi fa "Ma e' meglio, ha meno calorie", dico "si, ma il gusto e' diverso". Se non avessi voluto lo zucchero normale, non te lo avrei chiesto, no?
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mercoledì, 16 settembre 2009, 18:44
A volte dicono cosi' invece di "prego!".
Dunque, sono rimasto indietro e ho un tot di cose da dire.
Sugli australiani mi pronuncio subito: fino ad ora la gente si e' mostrata estremamente civile, incredibilmente socievole e serena.
Ho comprato un laptop, di quelli mini da portarsi in viaggio, con un HD a stato solido, in modo da poter subire degli shock senza conseguenze. E' davvero necessario, visto che ormai si fa tutto via internet (banca, prenotazioni, visione degli orari, ecc.) e quindi anche in viaggio e' fondamentale. Dato che poi in tutto il mondo occidentale ci sono i wi-fi in tutte le aree di maggior passaggio (tipo gli aeroporti) e qui in Australia tutti i McDonald (solo x fare un esempio), si rivela un aiuto insostituibile.
Ieri notte ero davanti al McDonald per collegarmi in internet (c'e' Free Web) e sono passati due pulotti in macchina. Con un sorriso mi hanno chiesto cosa facessi, quando ero arrivato e i miei programmi. Dopo di che sono andati avanti. Dopo una mezz'oretta li ho incrociati nuovamente, mentre tornavo all'ostello, che facevano la ronda. Commento di mia madre (a Taranto): ecco, proprio come da noi, si.
Ho fatto colazione da Anders Cream Paradise, al 53 Miller st, la via principale di Glenelg. C'e' gran dovizia di paste (dolci e salate) e torte, tutte molto buone. Per coloro a cui non piace troppo il dolce, i dolci non sono molto dolci. Le dimensioni sono tutte gigantesche, e costano meno che in Italia. In genere la vita e' meno cara, sia per gli alimenti che per l'abbigliamento. Facile a dirsi, visto che siamo in un Paese liberale con una delle pressioni fiscali piu' basse del mondo.
Nonostante tiri il vento dal mare, quindi l'aria spesso sia salmastra, ci sono prati verdi e col manto regolare.
Victoria square, la city in generale, e' uno strano connubio fra edifici d'epoca e moderni palazzi e grattacieli. Ci sono dei lampioni a energia solare con dei pannelli che accumulano energia durante il giorno e la restituiscono durante il funzionamento notturno. il bello di questo paesaggio e' che modernita' e antichita' danno un bell'esempio di quella che e' l'evoluzione della natura per cui si deve sempre andare oltre e mai fermarsi davanti al passato. Perche' gli antichi quasi sempre non ci hanno tramandato le loro opere per farcele vedere, ma perche' LORO ne avevano bisogno per motivi contingenti.
Non sto andando a vedere chiese e monumenti: ne ho gia' visti a josa e francamente mi sono anche rotto. Preferisco vedere la vita, conoscere la gente, perche' e' sempre diversa da una parte all'altra del mondo, mai uguale, e sono proprio le persone quelle che arricchiscono maggiormente. Per non parlare della natura....
Si guida a sinistra, e prima o poi mi arrotano. Per fortuna oggi ho fatto l'assistenza sanitaria al MediCare.
Comunicazione di servizio: per l'assistenza sanitaria in Australia NON bisogna andare al consolato o all'ambasciata (come ho fatto io dietro errata indicazione della AUSL), ma bisogna andare direttamente al MediCare locale (sorta di AUSL australiana, ad Adelaide e' in Currie st, in pieno centro vicino Victoria square) col passaporto, eventuale visto per periodi superiori al mese, e tessera sanitaria. In dieci minuti si e' in possesso del ticket di assistenza sanitaria in Australia.
Gli australiani sono piuttosto cicciotti, non che siano grassi, ma neanche magri..... diciamo che sono sugosi..... soprattutto le fighe :9 SLURP!!!
Nel centro di Adelaide c'e' Rund Mall, una traversa della via principale (King William St) costituita da un'isola pedonale contornata da negozi e centri commerciali. I prezzi non sono cosi' convenienti, pero' se uno vuole delle cose particolari, c'e' abbastanza dovizia di articoli di ogni genere.
Ah, dico “non conveniente” rispetto ai prezzi australiani, rispetto all'Italia sono convenienti. Ho preso un cappello australiano della Barmah e l'ho pagato 50 dollari, qualcosa come 30 euro o poco piu'. In Italia non costerebbe meno di 110 euro.
Adelaide e' piena di verde, il centro e' diviso in zone attorniate da parchi, l'aria e' tersa e secca anche quando piove o tira vento dal mare. Un australiano di questa zona mi ha confermato che non conosce il fenomeno dell'umidita'.
La temperatura e' ottima, non ci saranno piu' di 20 gradi e si sta a meraviglia in t-shirt. Tenere presente che qui siamo in settembre ma le stagioni sono ribaltate rispetto all'Italia, e' come se da noi fosse meta' marzo.
Mi sono smazzato un totale di strada a piedi per arrivare ad adelaide nord per raggiungere Ned Kelly's Retreat, tipico ristorante australiano, che purtroppo e' chiuso. Nella brochure non c'erano scritti gli orari di apertura!!!! basttardi!!! In pratica il lunedi' e' chiuso, mentre tutti gli altri giorni apre dalle 18 fino a tardi.... che poi bisogna vedere che significa “tardi”.... perche' a Glenelg alle 22 chiude tutto, rimangono aperti i soliti indiani che vendono un po' di roba da mangiare, come in Italia. Ed essendo gli unici, ti strozzano.
Buggerato dal ristorante australiano, ho chiesto a una signora di un negozio dove andare a mangiare cose australiane li' intorno e mi ha indirizzato verso due locali (molto buoni, dice).... io gliel'ho detto che sono italiano, non so perche' mi abbia indirizzato verso cucina italiana.... no, ma poi quasi tutti i locali mangerecci danno cibo italiano, non so cosa abbiano contro le proprie risorse.... finalmente la sera ho mangiato carne di canguro... si, cucinato all'indonesiana (ma vedi te se devo fare 'ste cose!), ma almeno so com'e'. E' tenera, un po' sul liscio, e piuttosto delicata.
Al McDonald ho chiesto un caffe'. Non l'avessi mai fatto: piccolo, standard o grande. Con aromi o senza, con latte o senza o quanto latte, con la schiuma o senza e che schiuma, e quante pippe, cazzo, un caffe' del piffero, uno di quei beveroni americani che ti servono da compagnia mentre sei occupato a fare altro.
A Glenelg, di fronte a Moseley st, c'e' il Bay Fish Shop in cui ho preso 6 ostriche per $5.50. Una SQUISITEZZA, una DELIZIA, sapevano di mare, freschissime, meravigliose, con un goccio di limone ero al settimo cielo. Si, cinque dollari e cianquanta centesimi australiani, qualcosa come 3 euro e mezzo per 6 ostriche da favola. Il pesce in genere e' buono... ecco, a Glenelg bisognerebbe venire a mangiare il pesce.... quando torno in Italia organizzo una mangiata di pesce a Glenelg - Adelaide.
Sono in camera con un cinese e dice che cincin significa bacio, mentre ciao significa vaffanculo.
Saluti e baci da Adelaide.
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lunedì, 14 settembre 2009, 11:23
Sono atterrato ieri ad Adelaide dopo non so quanti fusi orari cambiati, visto che ho avuto un jet lag a Hong Kong (ci sono rimasto per 18 ore e mi ci sono dovuto adattare). Ieri e' stata una giornata dedicata al recupero di sonno.
Adelaide e' una citta' insolita, che unisce lo stile della storia inglese, alle odierne necessità. Storia e attualità si fondono in un'insolito gusto tipo agrodolce che cmq la fa piuttosto gradevole. Gli edifici sono bassi, e il cielo terso illumina molto le ampie strade.
Gli spazi sono immensi, per cui non ci sono problemi a costruire in largo anziche' in alto, anche se non mancano grattacieli di tutto rispetto.
Dappertutto c'è del gran verde, ci sono parchi ovunque, perfino la City è immersa nei parchi.
Per adesso basta così, ho da fare. Finisco di scrivere in un altro momento. Ora devo telefonare.
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sabato, 12 settembre 2009, 08:44
Che sia King Kong, che sia Hong Kong, poco importa, tanto sono solo di transito. 18 ore di attesa.... Non mi passa mai....
Per fortuna che mi ero portato qualcosa da mangiare, perche' in 10 ore di aereo - Cathay Pacific - hanno servito solo il pranzo all'inizio e la colazione alla fine. In mezzo, uno snack da neonati (e io sono corpulento).
Qui a HKG ho mangiato in un fast food di cibo locale piuttosto discreto: le pietanze sono speziate ma non troppo. Cosi' anche chi ama la cucina sciapa, non ha troppo a dispetto il mangiare.
Ottimo il caffe' dal ffood Popeye: e' piu' corposo di quello classico americano, si avvicina di piu' al nostro.
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